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20.000 especies de abejas

20.000 specie di api

REGIA
Estibaliz Urresola Solaguren

SCENEGGIATURA
Estibaliz Urresola Solaguren

FOTOGRAFIA
Gina Ferrer García

MONTAGGIO
Raúl Barreras

MUSICA
Barto Alcaine, Alvaro de Íscar

PRODUZIONE
Gariza Films, Inicia Films, ETB, ICAA, Movistar Plus+, RTVE

CON
Patricia López Arnaiz, Miguel Garcés, Ane Gabarain, Martxelo Rubio, Itziar Lazkano

ANNO
2023

NAZIONALITÀ
Spagna

DURATA
125 min.

Berlinale 2023
Orso d'Argento alla Miglior interpretazione protagonista (Sofía Otero)

Festival di Málaga 2023
Miglior Film
Miglior attrice (Patricia López Arnaiz)

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20.000 especies de abejas

20.000 specie di api

Profonda e delicata opera prima che tratta in modo meraviglioso la disforia di genere. “Da grande diventerò come papà? Non voglio!” dice singhiozzando Aitor, 8 anni, che non accetta il suo nome e si rifiuta di tagliare i capelli. La madre gli risponde che potrà diventare quello che vuole, ma non tutti in famiglia sono della stessa opinione.

Film rivelazione dell’anno: Orso d’Argento alla Berlinale 2023 per la Miglior interpretazione di Sofia Otero.

La Nueva Ola //

In 20.000 especies de abejas incontriamo una famiglia composta da una coppia di sposi e la loro prole durante l’estate: il più giovane dei figli inizia a esprimere il desiderio di farsi chiamare Lucía. Ciò causerà un’ecatombe sia nella rigida struttura sociale di cui fa parte sia nel modo in cui gli altri vedono se stessi, in particolare sua madre.

Urresola, che ha anche scritto la sceneggiatura, ambienta l’azione in una cittadina basca, in un microcosmo dove interagiscono donne di diverse generazioni nascondendo aspetti torbidi del loro passato, abituate all’inerzia della vergogna e del pudore che impedisce loro di vivere pienamente la propria vita e di affrontare con coraggio le metamorfosi che il futuro pone loro davanti. Ecco perché l’emergere della figlia/sorella/nipote/nipote transessuale sarà uno shock per tutte loro: ognuna reagirà in modi diversi, opposti o contrastanti, poiché non sempre il cambiamento è ben accetto quando arriva.

La regista, il cui corto Cuerdas è stato proiettato alla Semaine de la Critique di Cannes, tratta i temi della pluralità, l’esplorazione e la trasformazione con una sensibilità stratosferica, una narrazione ricca di sottigliezze e simboli (nonostante la durata di due ore sia eccessiva) e un lavoro superbo delle sue attrici. Patricia López Arnaiz e Ane Gabarain sono enormi come in Ane e Patria, rispettivamente, ma non ci sono abbastanza aggettivi per elogiare Sofía Otero (attenzione a questa creatura, è impossibile non inchinarsi al suo talento).

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