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70 Binladens

Le iene di Bilbao

70 Binladens / CinemaSpagna 2020

REGIA
Koldo Serra

SCENEGGIATURA
Javier Félix Echániz, Asier Guerricaechevarría, Juan Antonio Gil Bengoa

FOTOGRAFIA
Unax Mendía

MUSICA
Fernando Velázquez

PRODUZIONE
Sayaka Producciones, Nahikari Ipiña, Pokeepsie Films, La Panda, RTVE, ETB, Movistar Plus+

CON
Emma Suárez, Nathalie Poza, Hugo Silva

ANNO
2019

NAZIONALITÀ
Spagna

DURATA
100 min.

RICONOSCIMENTI

  • Sitges Film Festival:
    Official Selection
  • Fantasporto:
    Official Selection

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70 Binladens

Le iene di Bilbao

Brilla più che mai il talento di Koldo Serra capace di sprigionare ritmo e gestire con fluidità una trama che si concentra dentro le quattro mura di una filiale di banca presa d’assalto. Con un occhio di riguardo per “Quel pomeriggio di un giorno da cani”, il film si avvale dell’eccellente interpretazione di un cast di stelle. Emma Suárez (“Julieta”) è Raquel, una donna con un grave problema da risolvere nel giro di poche ore: ha assoluto bisogno di 35 mila euro (i “binladens” nello slang spagnolo sono i biglietti da 500 euro), ma giusto quando riesce a convincere il direttore della banca a concederle il credito subito e in contanti, ecco che una coppia di rapinatori incappucciati (Nathalie Poza e Hugo Silva), irrompe nella filiale nel tentativo di svaligiarne le casseforti. Ma qualcosa va puntualmente storto. Clienti e impiegati sono ora presi in ostaggio, arriva la polizia, comincia la trattativa coi negoziatori. Per Raquel però il tempo a disposizione sta per scadere… Sceneggiatura millimetricamente pianificata, emozione allo stato puro.

La Nueva Ola //

“In questo film di rapina diretto con brio, tensione e ritmo da Koldo Serra, i personaggi coinvolti in situazioni estreme divertono, sorprendono e fanno ridere”

Dopo uno splendido esordio nel lungometraggio con Bosque de sombras – dove già si percepiva la passione del regista per il cinema d’azione, dramma e violenza americano degli anni Settanta, come Cane di paglia di Sam Peckinpah e Un tranquillo weekend di paura di John Boorman – e il passo falso rappresentato dall’ambizioso film storico-bellico Gernika, è una gioia vedere come Koldo Serra recuperi l’energia e la capacità di impatto, senza trascurare il ritmo e l’intrattenimento della sua opera prima, con il suo terzo film: 70 binladens. Il titolo, nel caso in cui il lettore non lo sappia, si riferisce a quelle banconote da 500 euro che quasi nessuno ha mai visto, e nasce da una sceneggiatura scritta da Asier Guerricaechevarría, Javier Echániz e Juan Gil Bengoa, che il regista basco ha convertito in uno dei film più ammirati e celebrati durante il festival di Sitges del 2018.

Dire che si tratta di un film su una rapina in banca non significa rivelare molto, perché questo atto criminale avviene pochi minuti dopo l’inizio del film. Ciò che viene dopo, con numerosi e apprezzati colpi di scena che mantengono sempre alta la tensione, lasciano lo spettatore a bocca aperta – e sorridente – davanti a questo 70 binladens che si svolge in una filiale bancaria e nell’adiacente piazza di Bilbao, formata da alte torri di appartamenti grigi.

Come Serra ha riconosciuto nell’intervista rilasciata a Cineuropa, il thriller americano degli anni Settanta è alla base del suo nuovo film, al quale il regista regala un tocco spagnolo che gli conferisce umanità e un certo senso dell’umorismo – e dell’assurdo – che, oltre ad alleggerire il suo carico drammatico, serve a radiografare un paese – questa Spagna del “si salvi chi può!” – corroso nelle sue interiora. Ma, soprattutto, 70 binladens è un film divertente che subordina la sua messa in scena – che si svolge in buona parte al chiuso – al fine di non disperdere la sua energia o diminuire la capacità di sorpresa di cui parlavamo sopra.

Ma non possiamo concludere la recensione di un film così piacevole senza menzionare il suo splendido cast, che incarna con impegno una squadra di personaggi che, nonostante le loro abbondanti miserie, finiscono per farsi amare: c’è una Emma Suárez pronta a tutto; un Dani Pérez Prada che ricopre il ruolo di un poliziotto con il quale il pubblico si identifica fino al midollo e, soprattutto, una Nathalie Poza che fa un grande effetto, col suo aspetto indurito da povero animale ferito.

Alfonso Rivera, Cineuropa

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