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As bestas

Le bestie

REGIA
Rodrigo Sorogoyen

SCENEGGIATURA
Isabel Peña, Rodrigo Sorogoyen

FOTOGRAFIA
Álex de Pablo

MUSICA
Olivier Arson

PRODUZIONE
Arcadia Motion Pictures, Caballo Films, Cronos Entertainment AIE, Le Pacte, RTVE, Movistar Plus+, Canal+, Ciné+

CON
Denis Menochet Antoine. Marina Foïs Olga. Luis Zahera Xan. Diego Anido Lorenzo. Machi Salgado Rafael. David Menéndez

ANNO
2022

NAZIONALITÀ
Spagna/Francia

DURATA
137 min.

PREMI

Vincitore di 9 Premi Goya 2023, tra cui Miglior film, Miglior regia e Miglior sceneggiatura;

Premi César 2023
Miglior film straniero

Festival di San Sebastián
Premio del Pubblico e Miglior film europeo

Festival de Tokio
Miglior film
Miglior regia
Miglior attore (Dénis Menochet)

Premi Feroz
Miglior film
Miglior attore (Luis Zahera)
Miglior colonna sonora

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As bestas

Le bestie

Olga e Antoine, due coniugi francesi, si trasferiscono in un piccolo paesino diroccato nella campagna galiziana per dedicarsi all’agricoltura sostenibile, ma l’offerta di un’azienda di energia eolica sarà il catalizzatore di una faida tra loro e gli abitanti del paese, in particolare due fratelli, vicini di casa della coppia.

Perlas //

Se c’è una parola che definisce il cinema di Rodrigo Sorogoyen, è tensione. Di questo sentimento angoscioso, che opprime lo stomaco fino al disagio, ce ne sono abbondanti dosi in “Madre”, “El reino”, “Que Dios nos perdone”, e ovviamente in “As bestas”, il film con cui il cineasta madrileno ha partecipato al Festival di Cannes per la prima volta.

Il fim è ambientato, come indica il titolo, in Galizia: una regione di intensa bellezza, che deve fare i conti con tradizioni radicate, cotte a fuoco lento per secoli, e con l’inquietante evoluzione dei tempi moderni e l’assalto del capitalismo, a volte mascherato da ecologia.

Il suo conflitto, ispirato a fatti realmente accaduti, si percepisce dalla presentazione stessa dei personaggi, seminascosti nella penombra di un bar di campagna, dove i locali giocano a domino mentre uno straniero ascolta quello che dicono. Sebbene condividano il territorio, sono separati da abitudini, principi, linguaggio, progetti vitali e, soprattutto, da una brutale incomprensione.

Questa mancanza di comprensione crescerà con l’avanzare del film, il che, come una pentola a pressione, infonde incertezza nella vita di una coppia francese che vive sulle montagne della Spagna nord-occidentale. Sorogoyen e Isabel Peña, la sua fedele sceneggiatrice, dosano i disaccordi di vicinato tra i protagonisti e gli antagonisti fino a far esplodere quello che si intuiva fin dal primo minuto (e quell’attesa è particolarmente angosciante).

Diviso in due tempi, “As bestas” non solo disturba, ma commuove anche profondamente. Sotto la sua trama di film violento (impossibile non ricordare titoli di culto come “Cane di paglia” o “Un tranquillo weekend di paura”, per citare alcuni titoli del sottogenere “non sei il benvenuto qui”) palpita una travolgente storia d’amore: un idealismo condiviso capace di superare ogni paura, tragedia e minaccia.

Ma prima di concludere questa recensione, dobbiamo sottolineare il buon lavoro del regista al momento di dosare la suspense, alcuni dialoghi particolarmente ispirati (la discussione tra madre e figlia in cucina) e il lavoro degli attori, sia francesi che galiziani: Marina Foïs, Denis Ménochet, Marie Colomb, Luis Zahera e la grande rivelazione del film, Diego Anido.

Alfonso Rivera per Cineuropa

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