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Bicicleta, cuchara, manzana

Bicicletta, cucchiaio, mela

REGIA
Carlos Bosch

CON
Pasqual Maragall e Guim Maragall

ANNO
Spagna

NAZIONALITÀ
Spagna

DURATA
110 min.

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Bicicleta, cuchara, manzana

Bicicletta, cucchiaio, mela

Nell’autunno del 2007 a Pasqual Maragall (lo storico Sindaco di Barcellona che preparò e realizzò le epocali Olimpiadi del ‘92) viene diagnosticato l’ Alzheimer. Superato il trauma iniziale, al fianco dei familiari comincia una crociata contro questa malattia e fin dalle origini il film diviene un documento eccezionale. Con intelligenza, sincerità e buono umore, Maragall si lascia ritrarre assieme ai cari e ai medici per lasciar costanza della sua lotta quotidiana.

La Nueva Ola //

La presentazione a Roma nell’ambito del Festival del cinema spagnolo di Bicicleta, cuchara, manzana, lo splendido documentario sulla lotta dello storico sindaco di Barcellona Pasqual Maragall contro l’alzheimer, riaccende il dibattito sul rapporto tra città e malattia, un tema che si preannuncia centrale nell’agenda politica dei governi locali del futuro. Il fatto che sia proprio l’artefice della rinascita della capitale catalana a soffrire di questo male ancora senza cura assume un significato ancora più forte non solo come testimonianza di rilievo per milioni di malati ma anche per aprire una discussione su come l’ambiente familiare e quello circostante (ivi inclusa la dimensione urbana) possano sostenere al meglio chi vive direttamente questa condizione di disagio. Più che il toccante racconto della vicenda personale di Maragall, il cui coming out sulla malattia colpì i cuori di milioni di spagnoli, a segnare particolarmente è la reazione della sua famiglia e del modo in cui cambia la considerazione di Pasqual da marito o padre a malato da assistere e (sovra) accudire.

Una reazione umana, comprensibile ma essenzialmente privata a cui non segue spesso un’eguale conoscenza pubblica delle conseguenze della malattia sul piano relazionale e spaziale, incluso il modo in cui il malato gira nei contesti più familiari, in casa o tra le vie della propria città col rischio di perdersi e non riuscire più ad orientarsi.

L’opera della fondazione Maragall, a cui Pasqual e famiglia dedicano ogni sforzo da quattro anni a questa parte, punta proprio a favorire una maggiore conoscenza su una malattia oscura che si punta a prevenire e sconfiggere nei prossimi anni. Nel frattempo non resta che affrontare la realtà e le conseguenze di questa ed altre malattie degenerative, il cui costo sociale è rappresentato soprattutto dalla perdita di un patrimonio di ricordi, esperienze ed emozioni di cui si ha ancora un forte, inesauribile bisogno.

A pervadere l’intera opera girata da Carles Bosch e vincitore del premio Goya per il miglior documentario è la straordinaria forza di volontà di Maragall, l’uomo delle imprese impossibili che dopo aver rivoluzionato la sua amata Barcellona con i Giochi Olimpici punta a fare il massimo per sconfiggere, almeno in futuro, l’Alzheimer.

Con impegno, passione e un’incredibile ironia se è vero, come disse lo scrittore egiziano Albert Cossery, che “quando un uomo è capace di ridere di quello che gli sta accadendo, nessuno potrà ridere di lui”.

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