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El cochecito

La carrozzina

REGIA
Marco Ferreri

CON
José Isbert, Pedro Porcel, José Luis López Vázquez, María Luisa Ponte, Antonio Gavilán, Chus Lampreave, Carlos Saura

ANNO
1960

NAZIONALITÀ
Spagna/Italia

DURATA
90 min.

PREMI

  • Premio Fipresci alla Mostra del cinema di Venezia (1960).

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El cochecito

La carrozzina

Come recitava il trailer originale “Don Anselmo solo quería un cochecito para estar con sus amigos”: Don Anselmo solo desidera una carrozzina a motore per poter stare coi suoi amici... Con tenacia infantile, nonostante l'opposizione dei familiari, il nostro riesce ad ottenerla, e pur di conservarla è disposto a tutto… Il film venne colpito dalla censura. La versione in italiano è quella che Ferreri e Azcona avevano pensato.

Clásicos //

Per godere della compagnia degli amici superstiti, tutti paralitici, l’ottantenne don Anselmo chiede ai familiari una carrozzella a motore. Gliela negano, lui li avvelena. 3° e ultimo film spagnolo di M. Ferreri. Apologo crudele e grottesco sulla vecchiaia e l’ipocrisia dei rapporti familiari borghesi. È anche un ritratto impietoso della Spagna franchista.

(il Morandini)

 

Marco Ferreri affila i suoi artigli e con disarmante leggerezza si scaglia contro la fragile ed ipocrita facciata di una borghesia attenta solamente a rifarsi il trucco. Un Ferreri che ricorda in certi frangenti il Bunuel del periodo messicano seppur senza alcuna allusione alla sfera sessuale.

I protagonisti di questa (tragi)commedia nerissima, sono un vecchietto apparentemente innocuo, Don Anselmo, e il suo gruppo di invalidi armati di carrozzelle a motore. Don Anselmo si sente vivo e felice sono in loro compagnia. Per essere accettato completamente dal gruppo, deve, però, essere come loro o quantomeno sembrare tale. Se non può diventare paralitico, deve allora munirsi anch’egli di un cochecito a motore a tutti i costi; contro ogni pregiudizio… contro ogni ostacolo famigliare e non. Poco alla volta questo suo (non tanto) oscuro oggetto del desiderio si trasforma in una furente ossessione pronta a scagliarsi contro qualsiasi cosa gli si interponga davanti.

La bonarietà va a braccetto con la follia in un vortice mirabolante di caustica ironia. Don Anselmo può finalmente mettere in atto la sua rivoluzione in carrozzella.

Irridente e ferocemente grottesco, Ferreri libera la “sana” follia in una società sottosopra, in cui anche i discriminati si mettono a discriminare.

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