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La teta asustada

Il seno impaurito - Il canto di Paloma

REGIA
Claudia Llosa

CON
Magaly Solier, Susi Sánchez, Efraín Solís, Bárbara Lazón

ANNO
2009

NAZIONALITÀ
Spagna / Perù

DURATA
95 min.

RICONOSCIMENTI

  • 2009 – Festival internazionale del cinema di Berlino
    Orso d'oro a Claudia Llosa
    Premio FIPRESCI a Claudia Llosa
  • 2009 – Festival internazionale del cinema di Guadalajara
    Miglior film a Claudia Llosa
    Miglior attrice a Magaly Solier
  • 2009 – Cinemanila International Film Festival
    Candidatura per il Premio Lino Brocka a Claudia Llosa
  • 2009 – Festival de Gramado
    Kikito d'oro per il miglior film a Claudia Llosa
    Kikito d'oro per il miglior regista a Claudia Llosa
    Kikito d'oro per la miglior attrice a Magaly Solier
  • 2009 – Bogotá Film Festival
    Miglior film a Claudia Llosa
  • 2009 – Havana Film Festival
    Premio Grand Coral a Claudia Llosa
    Miglior direzione artistica a Susana Torres e Patricia Bueno
  • 2009 – Festival de Cine de Lima
    Miglior film peruviano a Claudia Llosa
    Miglior attrice a Magaly Solier
    Premio CONACINE a Claudia Llosa
  • 2009 – Festival du nouveau cinéma
    Miglior attrice a Magaly Solier
    Quebec Film Critics Award al miglior film a Claudia Llosa
  • 2010 – Premio Oscar
    Candidatura per il Miglior film in lingua straniera
  • 2010 – Premio Goya
    Candidatura per il Miglior film straniero in lingua spagnola a Claudia Llosa
  • 2010 – Asociación de Cronistas Cinematográficos de la Argentina
    Candidatura al Condor d'argento per il miglior film straniero a Claudia Llosa
  • 2010 – Premio Ariel
    Candidatura per il miglior film iberoamericano a Claudia Llosa

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La teta asustada

Il seno impaurito - Il canto di Paloma

Basato sul libro Entre Prójimos: el conflicto armado interno y la política de la reconciliación en el Perú dell'antropologa Kimberly S. Theidon, il film affronta le conseguenze sociali e i traumi lasciati da uno dei periodi più sanguinosi della storia del Perù, quello legato all'organizzazione guerrigliera Sendero Luminoso e alla repressione che esercito e polizia operarono anche sulla popolazione civile durante gli anni ottanta e novanta.

Fausta è una giovane donna che vive con l'anziana madre in una baraccopoli alla periferia di Lima. Ogni giorno le due donne comunicano cantando e la madre le ricorda che, essendo nata negli anni del terrorismo senderista in cui gli stupri erano all'ordine del giorno, è stata allattata con il "latte del dolore" e destinata a contrarre la malattia della "teta asustada" (la "tetta spaventata"), il morbo della paura che ruba l'anima. Per questo motivo, Fausta ha fatto del suo corpo un vero e proprio terreno: incapace di liberarsi dal terrore nei confronti degli uomini, ha inserito nella vagina una patata a mo' di scudo per impedire a chiunque di usarle violenza. La morte della madre la spinge verso un lungo percorso personale che la porterà ad affrontare le sue paure e a conquistare la libertà.

Latinoamericana //

Mentre il Festival di Berlino volge al suo termine, il meraviglioso film che tutti attendevano quest’anno è finalmente arrivato, passando per la Spagna, dal Perù (è il primo film peruviano in concorso a Berlino). La teta asustada di Claudia Llosa è un film bello, ricco, accattivante, ben fatto, al quale è difficile trovare un difetto e che emoziona profondamente, ma anche di una sobrietà che non lascia spazio alle lacrime di coccodrillo.

Il titolo molto evocativo (“la teta asustada” significa “il seno spaventato”) rimanda al nome che il popolo peruviano dà a una malattia nata dal terrore delle donne violentate durante la guerra e che si trasmetteva con il latte materno. Fausta (interpretata dalla bellissima Magaly Solier, che ha anche composto le canzoni con le quali spesso il personaggio si esprime) ha ereditato la malattia dalla madre Perpetua, la quale muore nella prima scena. In attesa di raccogliere i soldi per il funerale, la fragile Fausta impara lentamente a non avere più paura.

Questo film colorato, che comincia con una morte, è di fatto un inno alla vita, nel quale si assiste a numerosi ed esuberanti matrimoni, in una cultura in cui tutto si sposa: la vita e la morte, la morte e la fertilità. La trama del film riposa anche sulla nozione di trasmissione: Lima vive tra tradizioni e lingua quechua da una parte, e la modernità dall’altra, senza contraddizioni.

Con tutti i suoi personaggi, i suoi originali dettagli che assumono spesso il valore di simboli (come il sepolcro scavato nel terreno che diventa un’allegra piscina), la sottigliezza del ritratto di una cultura in cui i contrari, così come le famiglie, convivono armoniosamente e si proteggono a vicenda, la sua musica, la sua fotografia, La teta asustada è un vero gioiello basato su una “barbarie di informazioni” (ha scherzato Llosa) accuratamente ricercate, che aveva già sedotto il World Cinema Fund di Berlino già dalla sceneggiatura. Chissà che, nello spirito del film, la Berlinale non chiuda il cerchio con una nuova ricompensa.

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