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My Mexican Bretzel

REGIA
Núria Giménez Lorang

CON
Vivian Barrett, Léon Barrett, Frank A. Lorang, Ilse G. Ringier

ANNO
2020

NAZIONALITÀ
Spagna

DURATA
74 min.

PREMI:

  • Rotterdam International Film Festival 2020: Best Found Footage Film
  • Premios Feroz 2020: Premio Especial de la Critica
  • Premios Gaudí 2020: Miglior documentario, Miglior sceneggiatura, Miglor montaggio
  • Festival de Gijón 2020: Miglior film, Miglior regia, Miglior sceneggiatura
  • Festival D'A Barcellona 2020: Premio del Pubblico

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My Mexican Bretzel

"Mentire è solo un altro modo per dire la verità." Questa frase del pensatore indiano Paravadin Kanvar Kharjappali apre “My Mexican Bretzel”, l'esordio di Núria Giménez Lorang, vincitrice del Found Footage Award al Rotterdam Film Festival 2020. Un saggio cinematografico, un'opera di ingegneria narrativa che transita con grande fluidità tra il documentario, il mockumentary, la storia d'amore e il dramma per immergerci nel diario intimo di Vivian Barrett, una donna benestante dell'Europa centrale nel dopoguerra della Seconda Guerra Mondiale.

L'inesistenza di Barrett, così come del suo pensatore prediletto Kharjappali, conduce questo piccolo grande gioiello filmico verso una riflessione sui limiti della rappresentazione della realtà attraverso la polisemia delle immagini in movimento.

La linea che “My Mexican Bretzel” ci indica è quella dei 'living archives': una riflessione sulla rielaborazione delle immagini d'archivio per lavorarle, modificarle e rimontarle dandole nel loro insieme un senso nuovo.

Una delle proposte più sofisticate e affascinanti del cinema europeo dell'anno.

La Nueva Ola //

#Dramma #Romanzo #Sperimentale #Found Footage

“Con questo film ho ricevuto cose molto belle e ho incontrato molte persone riconoscenti. Quello che mi è piaciuto di più è come ciascuno abbia interpretato le lacune che ci sono nel film e che non ho colmato, che sono lì per essere colmate. E ci sono interpretazioni che mi sembrano preziose: qualche giorno fa una ragazza parlava della frase sulla dolce morte dello scrittore che compare nel film, Kharjappali: tutto si muove intorno a te, ma la tua mente è assente, e Vivian dice che le accade il contrario, che si muove e intorno tutto resta fermo. La spettatrice lo metteva in relazione con l’atto di filmare: quella dolce morte. Come questa, ci sono state mille interpretazioni, anche per il titolo: ad esempio, che il bretzel ha la forma di un cuore e, avendo tre fori, simboleggiava il triangolo del film. Un mucchio di idee e interpretazioni, e aspetti con cui le persone si sono collegate a livello personale o con cui si sono identificate, soprattutto con il personaggio di Vivian. E poi anche Kharjappali ha avuto i suoi fan…

Mi sembra meraviglioso: la parte invisibile che ognuno dipinge del colore che vuole, questo mi piace. Si impara o si è ispirati da ciò che hanno visto gli altri. Ha avuto anche un pubblico molto eterogeneo di età diverse: all’improvviso, i più giovani si identificano con il personaggio di Vivian e questo mi emoziona”

Núria Giménez Lorang

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