“Siamo un gruppo di audaci che si è riunito con altri audaci per realizzare un film”. Così spiega Adriana Ranieri, una residente di Maipú, l’origine di “Retrato de un amanecer”, il lungometraggio indipendente prodotto dall’associazione Maipú Cine insieme al gruppo di cineasti del conurbano bonaerense Pitucos Cine, durante la pandemia e praticamente senza budget, ma con il sostegno di una comunità appassionata di cinema che ha trasformato la propria città in un set di riprese.

Uscito nel 2023, prima a Maipú e poi al Cinema Gaumont, sempre con sale piene, questo film collettivo continua ad accumulare successi: ha appena vinto il Premio IILA al prestigioso Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano di Roma, e i suoi registi viaggeranno in Italia per raccontare l’esperienza.

Le immagini dei campi di Maipú sono la prima cosa che sorprende gli spettatori di “Retrato de un amanecer”, questo film diretto dai cineasti Pablo Girola, Alejandra Gargiulo e Agustín Kazah. Immensi e pieni di colori, questi campi accolgono Sol e Lucas, una coppia interpretata da Florencia Seggiaro e Nacho Albani, che lascia il nord del conurbano bonaerense con il desiderio di formare una famiglia nell’interno della provincia di Buenos Aires. È in questo scenario che il film svela la sua storia drammatica, scritta da Pitucos Cine ma pensata e realizzata in modo orizzontale insieme ai residenti di Maipú.

“Il progetto è nato da un cortometraggio che avevamo girato a Benavidez e che ci è sembrato potesse trasformarsi in un film”, racconta il regista Kazah, che, come tutti i membri di Pitucos Cine, conosceva già Maipú per il Festival del Cinema dell’Umorismo che si è tenuto in città fino al 2017. “Quando abbiamo iniziato a pensare a come realizzarlo, è emersa l’associazione Maipú Cine. Abbiamo proposto loro il progetto in piena pandemia e ci hanno detto che era una follia, ma che lo avremmo fatto. E così è stato. Abbiamo girato in quindici giorni senza alcun budget, ma con il sostegno di tutti i vicini”, aggiunge.

Sebbene l’associazione Maipú Cine non avesse mai realizzato un lungometraggio, non mancava di esperienza per intraprendere un progetto di tale portata. Guidati da proposte come il “Cine con vecinos” di Julio Midú e Fabio Junco di Saladillo, questo collettivo di residenti di Maipú aveva scoperto anni fa, nella realizzazione di cortometraggi e nella programmazione di festival, uno spazio di espressione e di svago. Per loro, il cinema occupava e occupa tutto il loro tempo libero. Attraverso di esso, raccontano le loro storie e danno vita e cultura alla città.

Così, in questo lungometraggio, i residenti di Maipú hanno partecipato praticamente in tutte le aree della produzione. Come eco del suo argomento, le riprese di questo film si sono arricchite durante il viaggio dalla città alla campagna, nell’incontro collaborativo tra il conurbano bonaerense e l’entroterra della provincia di Buenos Aires. Hector “Opi” Ort è l’addetto alle sepolture di Maipú, ma fa anche parte dello star system locale. Ha recitato in più di cento cortometraggi e, come non poteva essere diversamente, in “Retrato de un amanecer”, dove è stato anche assistente di produzione. Riguardo a questo scambio, afferma che “abbiamo formato un gruppo che ama il cinema, che ne è appassionato. La loro proposta era una follia, ma con la loro voglia e la nostra voglia ci siamo messi al lavoro. E si è ottenuto ciò che si è ottenuto: il primo film di Maipú Cine. Per noi è un orgoglio che un paese di 12.000 abitanti abbia il cinema lassù”.

“È qualcosa di molto particolare ciò che accade a Maipú. Lungo tutta la strada non ci sono paesi come il nostro. La gente e i commercianti offrono le loro location, le loro case per girare. Tutti coloro che vengono se ne vanno incantati e noi ci sentiamo onorati di ciò. Questo progetto, tra tutti quelli in cui Maipú ha partecipato, è molto importante per noi perché i Pitucos lo hanno aperto alla nostra partecipazione e ci sentiamo parte di tutto”, aggiunge Ana Clara Fagoaga, che ha recitato insieme a suo figlio nel lungometraggio, oltre a partecipare alla produzione.

Dopo essere stato presentato alla Società Italiana di Maipú e al Cinema Gaumont di Buenos Aires, il prossimo 16 maggio “Retrato de un amanecer” sarà proiettato nell’ storico Cinema Barberini di Roma. In occasione del 17º Festival del cinema spagnolo e latinoamericano di Roma, i registi riceveranno il “Premio IILA” dall’Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana, che, oltre a riconoscere il loro lavoro, permetterà loro di proiettarlo nei cinema di tutta Italia. “Inoltre, parleremo di come è stato realizzato il film e di come è Maipú. È il primo film a vincere questo premio prodotto in questo formato comunitario. Quindi sarà sicuramente una proposta molto insolita”, anticipa con entusiasmo Kazah.

“In questo contesto così triste e scoraggiante per il cinema argentino, questo premio è un incoraggiamento per noi, un ricordo di quanto sia importante lottare per questo, affinché si continui a farlo”, conclude il regista su questa esperienza cinematografica che ha unito i cineasti del conurbano bonaerense con i membri di Maipú Cine, mettendo in primo piano la necessità di narrare, di riunirsi intorno a una storia.