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Stella cadente

REGIA
Lluís Miñarro

CON
Alex Brendemühl, Bárbara Lennie, Lorenzo Balducci, Lola Dueñas, Francesc Garrido

ANNO
2014

NAZIONALITÀ
Spagna

DURATA
105 min.

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Stella cadente

LA BREVE E DESTABILIZZANTE AVVENTURA SPAGNOLA DI AMEDEO D'AOSTA

Era il Novembre 1870 quando Amedeo d'Aosta, figlio del futuro re d'Italia Vittorio Emanuele II, venne chiamato dal governo spagnolo a sostituire la regina Isabella II per essere incoronato re di Spagna. Il risultato furono due anni di emarginazione e ostruzionismo che costrinsero l'uomo ad abbandonare gradualmente gli ideali liberali e progressisti in virtù di un regno fasullo. L'omicidio inatteso del Generale Prim, che aveva agevolato la candidatura del rampollo di Savoia, interrompe bruscamente la crescita e lo sviluppo di una monarchia parlamentare fondata sull'aumento dell'alfabetizzazione e lo stato sociale, facendo crollare i sogni del re.
Non è difficile perdersi nell'opulenza fastosa degli arredi ottocenteschi di un palazzo reale. Se questi arredi si trasformano però nella gabbia dorata di un re impotente, osteggiato dai fautori della repubblica, la decadenza umana finisce per superare lo sfarzo, impregnando di edonismo sale da ballo e salotti, mantelle e drappeggi dorati.
Un paese "ingovernabile", succube della continua minaccia di un attentato imminente, intimorito da brogli, complotti e congiure, fa da sfondo al fantoccio dallo spirito rivoluzionario, costretto ben presto ad allontanarsi dalla vita politica per ricoprire una carica di pura rappresentanza. Un insediamento trasformato in riflesso tenue d'intenti da un direttore d'orchestra spodestato prima ancora di cominciare. E in quel riflesso cristallino il regista, come il re, vuole farsi specchio di un circo di vetro nella crisi Spagnola attuale, caratterizzata dalla totale incapacità di vicinanza tra fazioni politiche e popolazione, proponendo un film che manda letteralmente in frantumi l'impianto narrativo convenzionale. Come una tartaruga costretta a vestirsi di gemme, Amedeo sembra caricarsi di un fardello abbagliante, che lo isola e lo rende incapace di governare un intero paese apertamente restio alla presenza del piemontese.
Nonostante un ritmo dialogico scandito dall'alternarsi di catalano e spagnolo, la cornice scenografica ben definita denota una certa staticità dei quadri, che penalizza interpretazioni non all'altezza dei pur nobili intenti registici. Barocchi tableaux vivants scandiscono un'estetica surreale e visionaria, che anela alla poeticità della pittura iperrealista dell'epoca, pur mantenendo i toni languidi di un'opera di Greenaway. L'ottimismo e la speranza nel risollevare una politica decadente, cadranno ben presto nella voluttà di un erotismo sfrenato e senza limiti - destabilizzanti le scene erotiche in cui la visione non lascia niente all'immaginazione, con l'interpretazione di Lorenzo Balducci nell'estremo tentativo di trovare piacere con un melone che poi servirà al re vegetariano.

 

La Nueva Ola //

Con sguardo analitico il film di Luis Miňarro appare come un’opera che tende alla ricerca di maniera, finendo, ahinoi, per allontanare l’esperienza estetica del singolo dal contesto socio-culturale in cui essa è rappresentata. Un pastiche di stili e riferimenti alle avanguardie che snatura la ricerca dell’assoluto in uno sguardo più tipicamente kitsch. Un’imitazione grottesca, carica di significati – di – altri, cui appare come “nuda” rivisitazione.
Neppure la moglie di Amedeo, giunta nel secondo tempo del film, riuscirà con le sue danze caricaturali a risollevare le sorti e il morale del marito (e del film), ridotto ad essere portavoce di squallida decadenza.

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