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Tengo sueños eléctricos

Ho sogni elettrici

REGIA
Valentina Maurel

SCENEGGIATURA
Valentina Maurel

FOTOGRAFIA
Nicolás Wong Díaz

PRODUZIONE
Tres Tigres Films, Wrong Men, Geko Films

CON
Reinaldo Amien Gutiérrez, Daniela Marín Navarro, Vivian Rodríguez, José Pablo Segreda Johanning

ANNO
2022

NAZIONALITÀ
Costa Rica, Belgio, Francia

DURATA
100 min.

PREMI

Locarno International Film Festival 2022
Miglior Regia
Miglior Attore (Reinaldo Amien)
Miglior Attrice (Daniela Marín)

Luxembourg City Film Festival 2023
Miglior Film

San Sebastián International Film Festival 2022
Miglior Film Horizontes Latinos

Reykjavik International Film Festival 2023
Gran Premio della Giuria

Ghent International Film Festival 2022
Premio Speciale della Giuria
Mar del Plata Film Festival 2022
Premio FIPRESCI
Premio FEISAL alla Miglior regia under 35

Thessaloniki Film Festival 2022
Miglior Film
Miglior Attore (Reinaldo Amien)

International Film Festival of India 2022
Miglior Film
Miglior Attrice (Daniela Marín)

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Tengo sueños eléctricos

Ho sogni elettrici

Eva è un’adolescente che non accetta la separazione dei genitori e prende decisamente le parti del padre, un uomo dolce ma brusco, costretto a saltare dalla casa di un amico all’altra non sapendo più dove stare. Eva imparerà a conoscerlo e piano piano a capire chi è quell’uomo a tratti affascinante, ma a volte spaventoso.

La pluripremiata opera prima di Valentina Maurel ambientata a San José, Costa Rica, ha trionfato a Locarno: Miglior film e Miglior attori protagonisti

Latinoamericana //

Notata grazie ai suoi cortometraggi “Paul est là” (Premiere Prix de la Cinéfondation a Cannes nel 2017) e “Lucia en el limbo” (selezionata alla Semaine de la Critique di Cannes nel 2019), la giovane regista costaricense Valentina Maurel prosegue con la sua opera prima la produzione cinematografica precedente, ancora una volta incentrata sull’adolescenza.

Dopo aver esplorato con grazia e franchezza il risveglio sensuale e sessuale di una giovane ragazza in “Lucia en el limbo”, questa volta si interroga sul fragile rapporto che unisce una giovane ragazza e suo padre. Eva non sopporta l’idea che sua madre, appena divorziata, voglia ristrutturare la casa di famiglia. Sogna solo una cosa, andare a vivere con suo padre, in un appartamento, se possibile con una stanza per lei, dove trovar riparo alla sua privacy e alla sua adolescenza. E farà di tutto per raggiungere questo obiettivo, anche cercare tra gli annunci per suo padre; ma lui, desideroso di libertà, agisce con disastroso dilettantismo quando si tratta di garantire un po’ di stabilità alla sua prole.

Palomo è un poeta. Palomo è uno spirito libero. Palomo è anche un uomo attraversato da una violenza arcaica, che Eva non sa gestire. Come e perché amare un padre violento e disfunzionale? Osservando suo padre e i suoi amici, e anche sua madre, Eva arriva a chiedersi che cos’è l’età adulta: è davvero un obiettivo sensato mirare a questa “età della ragione”? Questi uomini e queste donne intorno a lei, che si rifugiano nel loro amore per l’arte e nella loro sete di libertà, alla fine sembrano smarriti proprio come lei, se non di più.

Eva si ritrova all’ingresso di un tunnel senza uscita. Tengo sueños eléctricos non fa parte del classico filone coming-of-age, in cui una ragazza si trasforma in una giovane donna nell’arco di un’estate. Eva guarda oltre, vede l’angoscia, vede l’incapacità, vede la violenza di ciò che l’aspetta “dall’altra parte”, superata l’adolescenza.

Quali sono i demoni che attraversano la famiglia di Eva? Come e perché la violenza è diventata linguaggio, inscrivendosi nel cuore della sua intimità familiare, diventando un flusso colloquiale tra lei e suo padre, a volte anche con sua madre? Cosa fare con questo retaggio, questa violenza trasmessa come eredità?

Daniela Marín presta il suo ardore, il suo sguardo penetrante e la sua naturalezza a Eva, interpretando una protagonista testarda e disarmante. Reinaldo Amien Gutiérrez incarna meravigliosamente l’ambiguità di Palomo, un padre tanto amorevole quanto violento, perso nei suoi ideali e (a volte) salvato dalla sua arte. Valentina Maurel li riprende in movimento, spesso alla ricerca di una connessione, mentre girano per la città, in una San José poco vista al cinema, lontana da ogni esotismo.

Aurore Engelen per Cineuropa

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