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Todas las Mujeres

Tutte le donne

REGIA
Mariano Barroso

CON
Eduard Fernández, Michelle Jenner, Lucía Quintana, Petra Martínez, María Morales, Marta Larralde, Nathalie Poza

ANNO
2013

NAZIONALITÀ
Spagna

DURATA
90 min.

PREMI

2014 - Premio Goya per la Miglior scenggiatura non originale (Alejandro Hernández e Mariano Barroso)

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Todas las Mujeres

Tutte le donne

Nacho è un veterinario che continua a frequentare tutte le donne che hanno contato qualcosa nella sua vita. Nel mucchio troviamo la sua amante, sua madre, la sua psicologa, la sua compagna, la sua ex moglie e sua cognata. Con tutte mantiene un rapporto stretto e si rivolge a loro per risolvere ogni suo problema.

La Nueva Ola //

Questo film mi ha fatto pensare al film di Truffaut “L’uomo che amava le donne“, nel quale il personaggio maschile centrale era il pretesto per fare un viaggio nell’universo femminile.

Qui la prospettiva è rovesciata: il personaggio maschile si apre gradualmente a ogni donna, in ogni confronto scopriamo qualcosa di più del passato, remoto e recente, di Nacho.

Nacho è il classico figlio di p., seduttore, bugiardo, casinista che, ormai ultraquarantenne, non ha ancora raggiunto la maturità. Nonostante tutto piace alle donne, anche a quelle che lo conoscono bene, e che accorrono comunque in suo aiuto con un consiglio o… con un libretto degli assegni.

Il personaggio, incarnato da un ottimo Eduard Fernandez che di fatto sorregge tutto il film, si muove sul filo del tragicomico senza mai eccedere in un senso o nell’altro. Nacho, che di professione fa il veterinario specializzato “nell’inseminare le vacche” è però un “castrato” dalla madre con la quale non ha infatti buoni rapporti.

Il film si svolge quasi per intero nella casetta dove abita Nacho, simbolo forse della sua gabbia psicologica, dalla quale cercano di tirarlo fuori le donne, ognuna proponendo una sua soluzione, anche discutibile (come il furto dei vitelli che sta all’origine della storia e del percorso di guarigione di Nacho). Degli eventi esterni sappiamo solo ciò che viene raccontato, per cui dobbiamo immaginarci quello che è successo e sta succedendo, dando al film anche qualche connotazione “gialla” nella prima parte.

Ci sono delle imperfezioni tecniche, bassa definizione di alcune scene, zoomate repentine. Quella che mi sembrava all’inizio la scelta stilistica del regista (cioè di girare come se fosse una ripresa amatoriale della realtà) poi sembra perdersi, forse a conferma che si tratta di un film girato in economia.

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