Upon Entry
L'arrivo
REGIA
Alejandro Rojas, Juan Sebastián Vázquez
SCENEGGIATURA
Alejandro Rojas, Juan Sebastián Vázquez
FOTOGRAFIA
Juan Sebastián Vázquez
MONTAGGIO
Emanuele Tiziani
PRODUZIONE
Zabriskie Films, Basque Films, Sygnatia
CON
Alberto Amman, Bruna Cusí, Ben Temple, Laura Gómez
ANNO
2022
NAZIONALITÀ
Spagna
DURATA
77 min.
PREMI:
Tallin Black Nights 2022
Premio FIPRESCI
Reims Polar 2023
Premio del Pubblico, Premio Speciale della Giuria
Festival di Málaga 2023
Miglior Attore (Alberto Ammann)
BAFICI – Buenos Aires Festival de cine independiente 2023
Premio SIGNIS
Kolkata International Film Festival
Miglior Film
Tetouan International Film Festival 2023
Premio della Critica
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Upon Entry
L'arrivo
Lei è spagnola (Bruna Cusí), lui venezuelano (Alberto Ammann): dopo aver convissuto a Barcellona sentono che è arrivato il momento di trasferirsi negli Stati Uniti. I loro piani di una nuova vita lontano dai loro luoghi di origine si scontra però con le autorità dell’area immigrazione dell’aeroporto di New York. Alla dogana i due subiranno un processo di ispezione da cui dipenderà il corso della loro vita.
La Nueva Ola //
Ti armi di coraggio e parti. Decidi di iniziare una nuova vita, tentare la fortuna in un altro posto, lontano da quella che era la tua casa. Trascini le tue paure, i tuoi dubbi, le tue illusioni, le tue speranze, i tuoi sacrifici, le tue rinunce. Non sai come andrà a finire, cosa ti aspetterà, se forse un giorno dirai che è stato un successo o un errore, ma hai preso quella decisione. Sei già lì, in procinto di imbarcarti per un altro paese, ti immagini lì, su quel nuovo orizzonte, e all’improvviso, tutto va storto, tutta la tua vita dipende dalla decisione di qualcun altro, da un pezzo di carta, dall’autorità di turno che deve decidere se puoi raggiungere la tua destinazione oppure no.
Questa è la storia che racconta Upon Entry, opera prima di Alejandro Rojas e Juan Sebastián Vásquez, sulle loro esperienze personali di emigranti, entrambi nati a Caracas e residenti in Spagna.
I registi riescono ad andare oltre e a dare alla loro proposta una buona direzione. In questo caso (e come spesso accade), il suo successo sembra basarsi sulla semplicità, sia nella forma che nella sostanza. Si capisce che i cineasti raccontano qualcosa che conoscono e hanno vissuto, e che vogliono raccontarlo nel modo migliore affinché la storia rimanga in primo piano, in modo sobrio, senza inutili artifici. C’è meticolosità nei dettagli, i personaggi e le situazioni sono credibili, riescono a trasmettere il mondo emotivo di quella coppia protagonista a quel bivio, la paura, lo smarrimento, l’incertezza, l’impotenza, la sofferenza.
“Upon Entry” parla della paura dell’altro, del razzismo, dell’abuso di potere, dell’insensatezza e della cattiveria di una certa burocrazia (e con essa della capacità dell’essere umano di essere profondamente imbecille), della vulnerabilità di fronte a queste situazioni. Tuttavia, lungi dal crogiolarsi nel dramma, il film riesce ad avere un certo umorismo che si basa sul riflesso di quella realtà.
Con questo, uno dei suoi grandi pregi sta nella gestione del tono thriller e del ritmo, nella capacità di saper portare il film al suo culmine, di far diventare, velatamente, comiche certe situazioni, così assurde ed esasperanti.
Julia Olmo per Cineuropa